«[...] lavorare per la pace significa, nel campo delle lettere, combattere lo sciovinismo, la tracotanza e l'esclusivismo nazionalista, propagandando i valori spirituali dell'umanesimo come fondamenti della nostra civiltà; nel campo più propriamente politico significa specialmente imporre il controllo sui bilanci militari e sulla politica estera [...], e federare gli Stati così diretti in unioni sempre più salde e più vaste» [Dalla lettera di Ernesto Rossi alla moglie, Casa penale di Roma, 10 aprile 1939]. Secondo questa definizione, costruttori di pace sono tutti coloro che s'impegnano sul piano culturale, etico e politico per promuovere la risoluzione non violenta dei conflitti. Ernesto Rossi (1897-1967) fu uno di loro e per sé scelse la via del pacifismo istituzionale, convinto che solo l'edificazione di uno spazio politico sovranazionale di carattere federale, costituito da regole condivise, potesse garantire insieme la libertà dei singoli e la convivenza pacifica fra individui, gruppi sociali e Stati. In questo testo se ne ripercorre il pensiero attraverso un'antologia di passi su guerra, pace, federalismo e unità europea.