Il fenomeno della dispersione urbana, anche conosciuto come città diffusa, si afferma in Italia già nei primi anni Novanta, quando si cerca di porvi un freno con una nuova legislazione urbanistica tesa a mitigarne gli esiti negativi. L'autore ripercorre la sua attività di progettazione di quegli anni, incentrando la riflessione critica all'interno del quadro del progetto urbano e in particolare del rapporto tra edificio e struttura insediativa. Attraverso i suoi progetti, nati nell'ambito della cultura urbana e architettonica italiana, in un periodo caratterizzato dalla crisi economica e da importanti cambiamenti nell'attività professionale e nel settore edilizio, Secchi rievoca le circostanze e il clima culturale di quella stagione, fino a interrogarsi sulla loro attualità. Oggi, come allora, la necessità è quella di trovare forme dello spazio e della sua gestione che sollecitino la condivisione, la coesistenza tra diversi, il rispetto per i diritti e per un interesse comune nei confronti del patrimonio fisico e culturale.