Perché un mondo nel quale tutti hanno la possibilità di comunicare tutto, subito e quasi gratuitamente, dovrebbe ancora ricorrere ai media a pagamento e alle professioni? E come evitare che i professionisti anche nel nuovo ambiente multimediale si specializzino nel realizzare manovre, queste sì oscure, di condizionamento della opinione pubblica? Servono comunicatori professionali, come evidenziato dal nostro sondaggio, la cui qualità giustifichi la spesa, e servono strumenti di controllo, norme e pratiche che garantiscano il loro comportamento. Il primo problema si può risolvere con buone pratiche formative, il secondo richiede buone pratiche politiche e associative.