"Le cartoline di Maffii non vengono affrancate negli uffici postali di ameni posti geograficamente connotati, bensì da un non-luogo ben più astratto e nebuloso: il letargo, ovvero una modalità di riposo che non ha nulla di vacanziero, ma che al contrario si rende necessaria alla sopravvivenza nel mondo animale laddove l'ambiente è inospitale e il clima non è compatibile con la vita. Nella metafora di Maffii, mi pare che il letargo sia un fiordo-palude dove si sono gravemente impantanate memoria e rimpianto, una vasta regione inesplorata della mente, irta di figure e azioni sfumate chiamate a rappresentare gli effetti emotivi della proliferazione incontrollata del tempo... Il fare poesia è sempre un esercizio di sopravvivenza al di là della vivenza, un tentativo di uscire dal letargo di sé per tornare indietro con quanto necessario a resistere; se possibile, scoprendosi più affamati d'altro e d'altrove. Tuttavia, anche nella solitudine più difficile da sopportare, rimane una salvifica impressione: parafrasando l'Eliot dell'ultima epigrafe, di esserci stati, di essere stati in quel luogo, pur senza saper dire dove." (Bernardo Pacini)