Quando Jan Palach, lo studente di vent'anni nel gennaio del 1969 si diede fuoco per la libertà della Cecoslovacchia, Emil Zátopek, il mezzofondista e maratoneta plurimedagliato alle Olimpiadi di Londra (1948) e di Helsinki (1952), fu accusato di averne istigato il suicidio dal regime comunista che, l'anno prima, con l'intervento dei carri armati sovietici, aveva soffocato il sogno democratico della Primavera di Praga. Dopo le sue grandi imprese sportive, Emil Zátopek, divenne un eroe popolare ma il suo appoggio alla protesta contro l'invasione sovietica gli costò l'espulsione dall'esercito e l'emarginazione sociale, costretto a lavorare in una miniera di uranio al confine con la Germania e poi a fare lo spazzino per le vie di Praga. 1968. La primavera di Zátopek racconta gli anni difficili del campione cecoslovacco e, attraverso flashback, la sua grande stagione di campione dello sport.