Sono passati ventuno anni dal primo titolo della Juventus. I bianconeri hanno come tecnico l'ungherese Karoly, e in campo un suo connazionale: Jozsef Viola. A loro viene a fare compagnia un terzo budapestino, Ferenc Hirzer, esimio goleador dotato di tecnica individuale sopraffina: dribbla come nessun altro, è veloce e agile come una gazzella. Ma è anche la Juve del divino Combi, dell'elegante Rosetta, del capitano alato Bigatto, di ricciolo Munerati e del divo del cinema Pastore. E su tutti e tutto veglia Edoardo Agnelli, capostipite della famiglia che non abbandonerà mai i colori bianconeri. La Juventus è una macchina da gol: ne realizza sessantotto nel girone di qualificazione, poi ne dà quattro al Bologna campione uscente e infine dodici all'Alba Roma, che incontra nella finalissima Nord-Sud. Ma una tragedia macchia la bellissima stagione bianconera: Karoly muore cinque giorni prima della partita di spareggio contro il Bologna a causa di un attacco cardiaco. Era un gran signore, un uomo amato da tutti, un eccezionale intenditore di calcio.