Cento anni dalla nascita dell'Internazionale comunista. Il primo insegnamento di quel tentativo di rivoluzione internazionale, iniziato con il 1917 in Russia, è che fu sconfitto perché restò isolato con lo scacco della rivoluzione in Germania, con la conseguenza che il proletariato internazionale verrà consegnato al massacro del Secondo conflitto mondiale. Secondo, alla nuova guerra mondiale seguì un colossale ciclo di sviluppo capitalistico, una dimostrazione della giustezza della strategia di Lenin. Così oggi sono di fronte da un lato due miliardi di salariati, dall'altro un pugno di potenze imperialiste in lotta per la spartizione dei mercati. Il sistema di Stati dell'imperialismo non è in grado di mantenere l'ordine globale, qui la breccia per la strategia rivoluzionaria, come cent'anni fa nell'assalto dell'Ottobre e nell'epopea dell'Internazionale. Terzo, proprio la corsa contro il tempo di quel 1919 mostra che il partito-strategia va costruito e radicato prima. Ricostruire uomo su uomo una coscienza internazionalista, insediare un partito sul modello bolscevico al cuore dell'imperialismo europeo è il "compito inedito", è la nostra battaglia all'ordine del giorno.