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Roma, Città del Vaticano: alla fine di un lungo pontificato, papa Francesco è morto. Dopo i funerali, trasmessi in diretta in ogni parte del globo, gli occhi del mondo sono ora puntati su San Pietro, dove i cardinali sono chiusi in conclave. La folla si accalca contro le transenne, i furgoni dei network televisivi ingombrano via della Conciliazione, opinionisti ed esperti spiegano regole e procedure, finché davanti alle telecamere non succede qualcosa che non era mai successo prima: dopo l’ennesimo scrutinio, il comignolo della Cappella Sistina rimane quieto. È solo un problema tecnico o c’è qualcosa di più? La risposta arriva la mattina dopo: con l’attesa fumata bianca, il mondo scopre che davvero è accaduto un fatto senza precedenti. Il nuovo papa si chiama Nikolaj Sofanov ed è il primo papa russo della storia, ma soprattutto – ed è questo che fa saltare sulla sedia i vaticanisti – in conclave non c’era. Al momento dell’elezione, addirittura, non era neanche cardinale. Perché proprio lui, allora?, si chiedono alcuni. Perché andare a prenderlo così lontano? C’entra il fatto che sia un amico d’infanzia di Vladimir Putin? Quello che nessuno sa è che Sofanov custodisce un segreto che gli è stato svelato a Fatima e che, come una stella polare, orienta fin dal primo giorno la sua azione. Quello che vuole è la riunificazione con la Chiesa ortodossa, atto coraggioso ma anche – vista la sua intimità col presidente russo – gravido di implicazioni politiche. È così che, nelle stanze più scure del Vaticano, inizia una partita a scacchi tra il nuovo papa e i suoi avversari, figure misteriose con occhi e orecchie ovunque, decise a impedire l’accordo tra le due Chiese a ogni costo. Con ogni mezzo. Un conclave dall’esito clamoroso, Putin e la veggente di Fatima, le trame di un’oscura, potentissima massoneria e i tradimenti dei cardinali: in questa storia, ambientata nel prossimo futuro, si mescolano realtà e fantasia, complotti immaginari e guerre in atto, il tutto narrato con una scrittura cinematografica che avvince il lettore fino all’ultima pagina.
Mauro Mazza è nato a Roma nel 1955. Ha pubblicato un saggio su Giovanni Papini, L’inquietudine di un secolo, e sulla storia della televisione italiana, TV: moglie, amante, compagna. Giornalista dal 1979, ha lavorato al GR1 e al TG1. Dal 2009 è direttore di RAI 1, dopo aver guidato per sette anni il TG2.
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