Umberto D., vecchio funzionario ministeriale costretto a vivere d'una pensione insufficiente, si dibatte tra difficoltà economiche insuperabili. Abita in una misera camera ammobiliata, dalla quale l'esosa padrona di casa minaccia di sfrattarlo. Ammalato e febbricitante entra in ospedale, dopo aver affidato il suo fedele compagno Flik, un cagnolino bastardo, a Maria, la servetta, che gli dimostra una certa comprensione. Uscito dall'ospedale dopo qualche giorno, non trova più a casa il suo diletto Flik ma dopo febbrili ricerche lo trova al canile comunale e lo riscatta. Ora si ripresenta, più urgente e minaccioso, il pericolo dello sfratto. Umberto D. va in cerca di qualche vecchio amico ma nessuno vuole o può aiutarlo, così gli viene l'idea di chiedere l'elemosina, ma la propria dignità glielo vieta. Sconsolato, decide di farla finita e si reca con il fedele Flick ad un passaggio a livello. Spaventato dal rumore del treno in arrivo, il cagnolino gli sfugge dalle mani e per Umberto D. è la salvezza. Deciso a riconquistare la fiducia e l'affetto di Flik, si mette a giocare con lui e non pensa più al suicidio.