1851. Edgardo Mortara è il sestogenito di una famiglia ebrea di Bologna, città all'epoca pertinente allo Stato Pontificio. Credendodolo malato e in fin di vita, la domestica cristiana Anna Morisi gli somministra in segreto il battesimo, per paura che alla sua morte vada a finire nel limbo. Il bambino sopravvive, ma sette anni dopo Anna racconta del battesimo a Pier Feletti, capo dell'ufficio bolognese della Santa Inquisizione: il sacramento avrebbe reso il bambino irrevocabilmente cattolico, e poiché le norme dello Stato Pontificio vietano che un cristiano sia cresciuto da non cristiani, Feletti decide di togliere il bambino alla famiglia. Il 24 giugno Edgardo viene quindi prelevato a viva forza e portato a Roma, dove soggiornerà nella Casa dei Catecumeni, il collegio destinato ai figli degli ebrei convertiti.