Elisabetta Sgarbi compone in un unico film il ciclo di affreschi che Romanino realizzò, tra il 1532 e il 1541, a Pisogne, a Breno, a Bienno in provincia di Brescia e prende sul serio quello scambio di vita e forma che sprigiona l'energia degli affreschi di Romanino nelle tre chiese: torna tra le case e tra la gente di quei borghi che anche Romanino doveva aver osservato a lungo e, infine, ritratto li rimette all'opera e li tratta corna pittura, per dare nuova vita alla pittura già impetuosa, di Romanino e continuando in quello scambio che attraversa l'avventura di Romanino in questa valle bresciana, riparata dal fulgore di Venezia e Roma, ma che non fa rimpiangere per un solo istante né l'una né l'altra.