Due sedi, un progetto unitario, un catalogo unico. Attraverso i due appuntamenti "La luce e il colore" (Firenze, Palazzo Pitti, Andito degli Angiolini, 16 aprile - 30 giugno 2024) e "La forma e il simbolo" (Venezia, Ca' Foscari Esposizioni, 17 aprile - 29 settembre 2024), promossi e sostenuti dalla Fondazione per lo Sviluppo dell'Arte e della Cultura dell'Uzbekistan (ACDF), per la prima volta in Europa si presenta l'affascinante sviluppo della pittura in Uzbekistan dalla fine del XIX secolo, quando si avvia in Centro-Asia un'esperienza di pittura da cavalletto, a dopo la metà degli anni '30, il momento che segna l'avvento dei dettami del Realismo Socialista. In poco più di vent'anni si compie una straordinaria e feconda interazione tra le tendenze artistiche più aggiornate dell'avanguardia europea, filtrate dal milieu artistico e culturale russo, con la cultura artistica islamica, che da secoli dominava l'Asia centrale, e con la lunga tradizione uzbeka dell'ornamentalismo, che connotava l'arte, l'architettura e le arti applicate di quelle terre. Dopo la Rivoluzione d'Ottobre il Commissariato del Popolo per l'istruzione invia in Uzbekistan una cinquantina di opere dell'Avanguardia storica; dalla fine degli anni '50 Igor' Savickij raccoglierà a Nukus una enorme quantità di reperti archeologici, manufatti di artigianato e arte popolare, opere e fogli di grafica di artisti uzbeki e sovietici, dando vita alle straordinarie raccolte del museo che oggi porta il suo nome. L'esito di questa commistione sono le straordinarie raccolte dei musei di stato uzbeki di Nukus e Tashkent, di cui viene presentata un'accurata selezione, esposta e pubblicata per la prima volta in Europa. Il catalogo, curato da Giuseppe Barbieri e Silvia Burini, professori dell'Università Ca' Foscari di Venezia e direttori del Centro Studi sull'Arte Russa, affronta, attraverso una serie di saggi, la contestualizzazione storica e culturale di questa fittissima fase, illustrandola con le 175 opere in mostra. Edizione inglese. Traduzioni di Irene Inserra, Marcella Mancini, Barbara Venturi per Scriptum, Roma.