Il volume è ispirato a un personaggio realmente esistito, l'esploratore Mungo Park (1771-1806) di cui il protagonista porta il nome. Park si ritrova senza che se ne renda conto in una dimensione parallela a quella terrestre, nella quale la realtà assume toni angosciosamente surreali e completamente rovesciati. In un'epoca di dominante colonialismo da parte delle potenze europee, qui sono i "neri", i selvaggi, la razza dominante, mentre i bianchi, definiti "subumani", dalle fattezze distorte e ripugnanti, sono relegati come schiavi nel sottosuolo. Insieme a questo rovesciamento di valori, in questo mondo "all'incontrario", si trovano invenzioni tecnologiche che erano completamente sconosciute per l'epoca.