Il lavoro di Abelmalek Sayad è una ricostruzione della genesi e dello sviluppo di quella che è stata una delle più estese bidonville francesi. Intorno a Nanterre, città satellite di Parigi e nuova sede universitaria, cresce a partire dalla metà degli anni Cinquanta un insediamento autocostruito di lavoratori algerini. Si tratta del culminare di un processo migratorio che aveva preso le mosse nel paese di origine con la strutturazione militar-coloniale dei territori occupati dalla Francia: la bidonville di Nanterre è quindi conseguenza delle politiche coloniali già esplorate dallo stesso Sayad insieme a Pierre Bourdieu in le Deracinement (1962). Al tempo stesso la Nanterre algerina è lo specchio della crisi degli alloggi che ha caratterizzato le città europee del secondo dopoguerra. Il livello zero dell'abitare proposto ai lavoratori algerini è non solo un esempio drammatico di working homelessness ma anche un territorio di sperimentazione di forme marginali dell'abitare metropolitano che si troveranno ad essere riproposte in più luoghi e in altri momenti della storia europea contemporanea. Di qui la grande attualità di questo testo nell'epoca del riaffermarsi della precarizzazione dell'abitare migrante. La traduzione del volume è l'ideale completamento di altri importanti lavori che il grande sociologo ha dedicato alla condizione abitativa dei lavoratori immigrati algerini, già apparsi in lingua italiana.