Un autunno d'agosto di Agnese Pini è un libro di grande potenza che mescola il romanzo civile al genere dell'inchiesta-racconto.
"Una storia così lascia un segno indelebile nella famiglie che l'hanno subita, e appartiene a tutti i sopravvissuti e ai figli dei sopravvissuti. E' una storia di umanità e di amore perché, soprattutto nei momenti in cui vita e morte sono così vicine, l'umanità e l'amore escono più forti che mai"
Quell'agosto che fu autunno, e cioè quell'estate che si tinse di morte e che dà il titolo al libro di Agnese Pini, è l'agosto del 1944.
Siamo a San Terenzo Monti, tra Liguria, Emilia e Toscana, dove 159 persone vengono uccise dai nazisti mentre risuona grottescamente un organetto.
Quello narrato in Un autunno d'agosto è uno dei tanti eccidi nazisti avvenuti in Italia e che creano una mappa dell'orrore.
Tra quelle persone, per lo più donne e bambini, ci sono anche occhi testimoni.
In Un autunno d'agosto Agnese Pini attinge alla storia della sua famiglia.
Quella storia che
"sentito raccontare fin da quando ero piccola: la raccontavano mia nonna, mia madre, mia zia, ma per molto tempo ho pensato che fosse un capitolo ormai chiuso della storia d'Italia e della mia storia personale."
Agnese Pini è giornalista e direttrice del quotidiano La Nazione. Lavorare con l'informazione vuol dire essere immersi in un'attualità, politica, storica e sociale aperta al mondo, e il mondo è tutt'altro che lontano dalla guerra, come dimostrato dai recenti fatti in Ucraina.
Per questo un libro come Un autunno d'agosto
"può diventare allora un'occasione per tornare a ciò che siamo stati con una consapevolezza nuova. Del resto la resistenza civile di un paese si può tenere in vita solo restituendo verità e dignità al destino degli ultimi. Questo è un libro sugli ultimi ed è a loro che è dedicato, perché su di loro si è costruita l'ossatura forte e imperfetta di tutto il nostro presente, dunque anche il mio"
Un autunno d'agosto è un libro di valore civile, con una narrazione intensa e che si pone come sguardo sulla memoria condivisa.
Recensione di Libraio