A venti anni dalla III edizione del Trattato Breve di diritto agrario, diretto dal prof. Luigi Costato e pubblicato nel 2003, viene oggi pubblicata questa IV edizione, curata dal prof. Luigi Costato e dal prof. Ferdinando Albisinni, che segnala già dal titolo il profondo cambiamento avvenuto nei confini e nei contenuti della disciplina a partire dagli anni di fine secolo ed in questi primi due decenni del secolo XXI. L'evoluzione degli interessi che coinvolgono gli studiosi del diritto agrario è confermata dai documenti e dalle scelte dell'Unione Europea che con le ultime riforme della Politica agricola comune, entrate in applicazione nel 2023, hanno sottolineato la necessaria interdipendenza tra sostenibilità della produzione agricola e sicurezza dell'approvvigionamento alimentare. Con il diritto agrario siamo dunque innanzi ad una disciplina in cammino che sperimenta nuovi modelli e nuovi ambiti di regolazione, investe questioni diverse rispetto al passato o, comunque, le legge e le colloca in modo diverso nel presente. Due parole chiave concorrono a definire questo percorso: innovazione e globalizzazione. Ne risulta un disegno, in cui le regole del produrre, del trasformare e del commerciare, costituenti un corpo unitario, compongono un diritto agrario, alimentare, ed ambientale che è per sua natura multilivello e di filiera, articolato per principi, ed inteso ad individuare, rappresentare sinteticamente, e regolare, l'origine del produrre (l'agricoltura), il percorso di filiera (l'industria alimentare), ed il risultato (il prodotto alimentare e la sua immissione al consumo), e così l'intero sistema agroalimentare che, nell'adozione del canone di filiera quale espressione della complessità che accompagna i processi di globalizzazione della produzione e degli scambi, trova essenziali elementi identitari e sistematici per l'affermazione di una propria solida prospettiva disciplinare, normativamente fondata. Alle domande poste da questi processi cerca di dare alcune risposte questa nuova edizione del Trattato breve, grazie al contributo di numerosi colleghi, agraristi e non agraristi, e soprattutto grazie al contributo di giovani studiosi, a conferma della straordinaria qualità di laboratorio di elaborazione e costruzione di nuovi modelli, che caratterizza da tempo il diritto agrario, nella sua complessa declinazione comprensiva del diritto alimentare e di quello ambientale.