«Camaleontico Onofrio! Poeta aereo e iperconsapevole, nutrito dalla tradizione; critico dalla pagina trasparente, animale da tavolino immerso fra i volumi in cerca di una qualche chiave di lettura; pamphlettista furente; delibatore di aggettivi e sostantivi usciti dall'uso; maieuta, sollecitatore di libri altrui. Capace di muoversi - dantescamente - dai cieli più puri e luminosi al limo che impiastriccia, preferisce la forma breve, "chiusa", alla lunga. E qui, da narratore di short story, distilla un intero (e impietoso) trattato di sociologia in quadretti che non sarebbero dispiaciuti ai maestri della commedia all'italiana. Nuovissimi mostri, per intenderci: pescati nelle riserve di una immarcescibile borghesia, o fra ignorantissimi letterati, studenti a vita, accademici patetici, politicanti buoni per i libri di storia e non per questo rispettabili, spettatori fuori posto, anime infoiate. L'elegia non fa in tempo ad attecchire che viene spazzata da un riso acidulo, un ghigno, uno sberleffo; resiste il lirismo se lo alimenta una privatissima nostalgia - e magari c'entra una squadra di calcio.» (Paolo Di Paolo)