Un piatto di spaghetti non è solo un piatto di pasta. Con il pomodoro o senza, è diventato un simbolo di identità italiana: del resto fino a qualche anno fa all'estero ci identificavano, con disprezzo, "mangiaspaghetti". Di certo siamo il Paese che consuma più pasta - 23,2 chilogrammi a testa ogni anno -, siamo i primi produttori al mondo e abbiamo la tendenza a farne motivo di vanto ovunque si rappresenti la cultura nazionale. Ma il mito delle origini va smontato: consumati dal Giappone agli Stati Uniti, i noodles/spaghetti sono sempre stati un cibo globale. Non giungono fino a noi dalla Cina portati da Marco Polo, l'intreccio delle origini è ben più complesso: l'arrivo sulle nostre tavole è assai più recente, la sua geografia vasta e sorprendente. Prodotto dell'incessante incontro tra le culture, consumati a ogni latitudine, freschi, secchi o disidratati, gli spaghetti di oggi sono la testimonianza che l'identità a tavola è un concetto in divenire, vivo e mutevole. In questo terzo titolo, Mappe racconta queste sottili corde di grano, semplici e familiari, e tutto l'universo della pasta: storie di luoghi nostrani ed esotici, di contadini e chef, d'invenzioni e leggende, di immaginari globali e ricordi personali, nelle quali quel che conta è l'attenzione alla preparazione, la fantasia nel condimento e la voglia di condividere.