La creazione di un'anagrafe delle persone considerate pericolose per l'ordine e la sicurezza pubblica risale al 1894 quando nella Direzione generale di Pubblica sicurezza fu istituito un ufficio che gestiva uno schedario degli oppositori politici: anarchici, repubblicani, socialisti ma anche oziosi e vagabondi, e da questa capillare attività di sorveglianza si formò un archivio composto di 152.589 fascicoli personali che contengono note informative, relazioni, verbali di interrogatori, provvedimenti di polizia, indicazioni di iscrizione nella Rubrica di frontiera o nel Bollettino delle ricerche e spesso una scheda biografica che riporta sinteticamente e cronologicamente l'attività dello schedato. L'organizzazione dell'ufficio e dell'archivio che assunse il nome di Casellario politico centrale è una miniera di informazioni che offre la possibilità di dare una dimensione "sociologica" e prosopografica allo studio della storia del movimento operaio e socialista.