Un romanzo che parte da una ricerca: un padre, assieme a suo figlio, vorrebbe acquistare una semplice piccola, vecchia, casa in pietra in Appennino. Un rifugio dove provare a stare bene, dove cercare e trovare il senso di una vita più lenta, a contatto con la natura, lontana dal caos dei centri. Dove, forse, tentare di essere felice. Paese dopo paese, casa dopo casa, il romanzo porta il lettore a sognare, entusiasmarsi, commuoversi, arrabbiarsi assieme al protagonista che si muove come un cercatore d'oro, che annusa gli odori delle case abbandonate, che incontra donne e uomini che ancora resistono, luoghi marginali ma pieni di storie. "Soltanto d'estate" è un omaggio alle case di un tempo, alle case-radice, ed è insieme anche un libro d'ironica e amara denuncia verso lo stato di abbandono delle aree interne dell'Italia.