Remo Deconte, ottantenne che decide di non cedere al suo imminente declino, incontra la giovane Martina al parco di Villa Borghese. La ragazza ama e dipinge gli acquerelli. È bellissima, ma la poliomielite avuta da bambina le ha menomato una gamba. Deconte ha un tormento che lo perseguita da anni: da ragazzo rifiutò la compagnia di Elena, respinse persino l'amicizia di quella ragazzina graziosa ma disabile, claudicante. Seppe poi che la bellissima Elena, ormai donna, sola e senza amore, aveva posto fine alle sue sofferenze con l'estremo gesto del suicidio. Martina, per il vecchio Deconte, diventa la gioia delle sue giornate, la sua rinascita spirituale, la possibilità di rimediare in qualche modo alla sua infamia di giovane immaturo, la sua catarsi. Quella straordinaria e dolce intesa che si stabilisce tra "nonno e nipote" ridarà a Martina la dignità e la completezza che la disabilità le aveva sottratto. Imparerà a credere nella sua forza e nelle sue capacità artistiche, e riuscirà a realizzare anche il progetto per lei più grande e profondo.