"Shakespeare" di Franco Marucci si astiene dall'applicare dall'esterno chiavi teoriche forzate, arbitrarie e a priori totalizzanti del letterario. Agendo sempre con scrupolosa aderenza al testo il volume cerca di portare alla luce, nella consapevolezza che ogni nuovo libro su Shakespeare è inevitabilmente una risistemazione di precedenti interpretazioni, i principali agoni concettuali, dialettici, simbolici ed epistemici che emergono dalle opere shakespeariane. L'analisi muove da una ricognizione generale del macrotesto shakespeariano, riassume la ricezione critica sin dagli esordi cinquecenteschi e seicenteschi sino a oggi, traccia una biografia provvisoria del drammaturgo, discute i poemetti giovanili e i sonetti, e tratta estensivamente le opere teatrali una per una. La tradizionale divisione dei drammi shakespeariani in sottoinsiemi convenzionali tematici e cronologici (come drammi storici, commedie eufuistiche, drammi romani, commedie mediane e tarde, grandi tragedie, romances) è fondamentalmente accettata, ma promuovendo alcuni dei drammi dalla categoria degli "sperimentali" a quella dei "drammi maturi".