Lo scopo del libro è duplice: da un lato si tratta di documentare il degrado della città e di proporre per il suo recupero un diverso modello nel rapporto pubblico-privato (o si apre ai privati, o la città sprofonderà nel guano dei piccioni); dall'altro è necessario minare alla radice l'ostinazione con cui la città cerca di conservare quello che e il simbolo stesso dell'anticonservatorismo, ossia il Rinascimento: ostinazione che è la principale responsabile del guano stesso. Da qui la necessità di cambiare il logo della città: non più "Firenze culla del Rinascimento" quanto "Firenze madre di tutti i rinascimenti", perché ci ha fornito la chiave per leggere tutti i fenomeni storici analoghi, dalla Parigi della seconda metà del XIX secolo alla Atene del V secolo a.C. Nel corso del racconto verranno aperte alcune "finestre" per lanciare altrettante provocazioni sulla città. Firenze ha bisogno di qualche intervento-shock che la desti dal suo mortale, secolare torpore. Postfazione di Andrea Simoncini.