Le "Navigazioni atlantiche" di Alvise Da Mosto, il "Diario de a bordo" di Colombo, la "Relazione del primo viaggio attorno al mondo" di Pigafetta, le lettere di Vespucci, la magnifica "Histoire d'un voyage fait en la terre du Bresil" di Jean de Léry: non sono che alcuni dei testi esaminati in questo libro sotto il profilo della lingua e delle forme discorsive (iperboli, amplificazioni, similitudini e metafore, strutture del racconto). Attraverso un'analisi puntuale il lettore è condotto a scoprire non anonime, asciutte pagine di diario, o cronache essenziali, o maldestre registrazioni di eventi e paesaggi, ma narrazioni nelle quali cerca espressione lo stupore primigenio di fronte a scenari perturbanti. Ed è proprio quando l'ignoto assume tutte le forme del sensibile (suoni, odori, colori) che il mezzo linguistico dei narratori si rivela costituzionalmente povero e deve torcersi nel tentativo di descrivere. Nelle pieghe di queste incrinature sono gli indizi di un'impensata meraviglia.