Il libro richiama alla mente L'educazione sentimentale, capolavoro di Gustave Flaubert, divenuto un classico cui si ispirò anche Marcel Proust, salvo il fatto che nell'opera di Elisabetta Giudici i ruoli sono in qualche modo invertiti. Infatti, è l'uomo ad essere amato e a non corrispondere pienamente alla donna, la quale si consuma in un apparentemente amore inutile. In verità, la conclusione finale consiste nell'affermazione che è inutile una vita vissuta senza amore e senza avere fatto dono di sé stessi ad alcuna persona amata.