Durante gli anni 1946-1953 la plaga piacentina fu lacerata da un durissimo scontro politico e culturale tra la Chiesa cattolica e il movimento socialcomunista che in linea con le ineludibili direttive pacelliane e il motto "per Cristo o contro Cristo" assunse la caratterizzazione della guerra di religione. La mobilitazione dei sacerdoti in cura d'anime, le battute di caccia dei Comitati Civici, i pellegrinaggi mariani, le veglie di preghiera, il ricorso a sanzioni di diritto canonico, le virulente battaglie giornalistiche consentirono agli arditi della fede di modificare gli equilibri politici registrati nell'immediato dopoguerra a tutto vantaggio del partito democratico cristiano. La presente ricerca indaga il lato cattolico della guerra di religione mettendo in luce soprattutto l'opera trascinatrice di don Ersilio Tonini che in quegli anni diresse con straordinaria energia il settimanale diocesano. Negli intenti del sacerdote piacentino la sconfitta del comunismo, la riforma del capitalismo e l'azione fecondatrice della Chiesa avrebbero dovuto preparare il terreno per l'affermazione di una nuova cristianità.