Un frate enciclopedico, che rifiuta di render pubbliche le sue audaci riflessioni sull'uomo associato, la religione, lo Stato; in colloquio con il mondo dei filosofi antichi, che nutrono l'uomo saggio, in grado di vivere senza lo Stato e la religione, medicine dell'uomo fragile e malato; questo frate, già superati i cinquant'anni, coglie l''opportunità' di una contesa tra Venezia e Roma per uscire dal suo mondo e farsi promotore di una lotta contro il giogo, morale e civile, che gravava sull'Italia. La sua parola allora si fa arma di azione politico-religiosa, di smascheramento degli inganni della Chiesa romana che ha usurpato la sovranità dello Stato, anch'esso richiamato ai valori civili della sua missione.