«Dal grande e intenso poeta piemontese Cesare Pavese, mitologico e partecipante, assoluto e storicamente implicato, impegnato e libero come l'aria, ricorse nel 2008 il centenario della nascita a Santo Stefano Belbo, nel cuore delle Langhe tra il cuneese e l'astigiano che così tante avvolgenti e intime fibre hanno intessuto il fare poetico medesimo - di vera carne e di vero sangue - di Cesare, di quel timido ragazzo in amore che, quasi precursore, nell'amaro destino finale, di un Luigi Tenco nativo di una campagna solo un poco più a sud, nell'alessandrino, avrebbe avuto tanto da dare ad una compagna di carne e che, al contrario, si lasciò invece spaventare dalla donna del Mito, eterno femminino pronto, come ai primordi dell'umanità, a lacerare le membra del dio Dioniso e a nutrirsene.»