Potentissimo, temuto e rispettato durante il regime fascista, Cipriano Efisio Oppo (1891-1962) è stato quasi dimenticato nel dopoguerra, e oggi in pochi conoscono il suo nome e la sua opera. Gli ha nuociuto la fede politica, che lo portò in Parlamento come deputato, e a capo della Quadriennale romana di cui fu infaticabile organizzatore. Ma Oppo è una figura complessa e sfaccettata, capace di promuovere artisti "ribelli" e di elaborare una poetica di cui il lavoro in teatro, come scenografo e costumista, resta un'eredità meritevole di attenzione. I suoi allestimenti alla Scala, a Roma, a Firenze, si confrontano con la tradizione della pittura italiana e ne testimoniano un'olimpica serenità, imperturbata dinanzi ai drammi della storia.