Sara scrive. A volte è a pezzi e tralascia il diario, mentre altre lo riprende: la sua è una scrittura liberatoria in cui si mette a nudo. A suo marito Leo è stato diagnosticato l'Alzheimer e lei, voce narrante di queste pagine, ci porta nel loro mondo fatto di alti e bassi, di paura e disperazione ma anche di tenerezza e amore. Lui si affida a lei, che è la sua ancora di salvezza, ma Sara ha paura: ce la farà ad affrontare la nuova situazione? Giorno dopo giorno, goccia a goccia, i due coniugi cercano di sfuggire o di sopravvivere a quella diagnosi, ognuno dei due come meglio riesce. Sara sbaglia, cade, si rialza e cade di nuovo, in un flusso e riflusso di sentimenti contrastanti e in una solitudine che la soffoca, mentre le competenze cognitive di Leo si affievoliscono ogni giorno di più. Lei non ci nasconde nulla, palesa la sua debolezza, dimostrando altresì che per convivere con questi malati occorre diventare difformi da se stessi e trasformarsi in supereroi. Ma nessun umano, tranne in qualche fumetto famoso, può farlo.