La singolare vicenda di un protagonista della scultura italiana come Leoncillo (1915-68) che ha attraversato i decenni centrali del Novecento, misurandosi con gli accadimenti e le trasformazioni di uno dei più drammatici periodi della storia. Frutto di un progetto avviato nel 2015 con il convegno nazionale omonimo svoltosi a Spoleto per i cento anni dalla nascita dello scultore, il volume raccoglie testimonianze, contributi critici e nuovi studi che restituiscono a tutto tondo la personalità di Leoncillo e rivelano la tensione e la stringente coerenza di tutta la sua produzione. Profondamente intrecciata al suo personale vissuto, la ricerca formale dell'artista si è dipanata in un dialogo serrato con i fatti ma anche con i grandi interrogativi dell'esistenza, trovando nella ceramica il materiale d'elezione. Leoncillo , pseudonimo di Leoncillo Leonardi (1915-68), fra il 1935 e il 1939 entra in contatto con gli artisti della Scuola romana e realizza, in chiave espressionistica, ceramiche colorate di soggetto mitologico. Dal 1939 al 1942 dirige a Umbertide una manifattura di ceramiche. Nel 1944 realizza "Madre romana uccisa dai tedeschi", considerata dalla critica il suo capolavoro, in cui il linguaggio espressionista è sviluppato nel senso di una scomposizione plastica dei volumi che già prelude al neocubismo del dopoguerra. Alla metà degli anni cinquanta abbandona la semplificazione cubista per volgersi a esperienze informali, pur conservando un'estrema attenzione per la materia usata e le sue proprietà espressive.