L'espansione non regolata del turismo di massa a Napoli ha determinato cambiamenti impensabili fino a pochissimi anni fa, modificando il paesaggio del centro storico e la stessa struttura socio-economica della città. In tale contesto si muovono i soggetti esaminati nel volume: i grandi enti del Terzo settore attivi in tre quartieri del centro - Sanità, Quartieri spagnoli e Forcella - che oggi forniscono un ventaglio di servizi che va ben oltre il classico intervento socio-assistenziale, operando sul crinale tra sfera pubblica e mercato. Questi enti esercitano un'influenza crescente sulle scelte dei governanti, indicando le priorità operative ed elaborando le narrazioni egemoniche intorno alle quali si costruisce il consenso e si rimodella la città. La loro azione risponde a logiche strettamente imprenditoriali, basate su convenienza economica, competitività, reputazione mediatica; la loro priorità è lo sviluppo di nuovi segmenti di mercato in cui dispiegare senza ostacoli le proprie attività. Simili dinamiche, sullo sfondo della "città del turismo", stanno producendo conseguenze opposte a quelle proclamate dai grandi enti nelle loro dichiarazioni programmatiche: non la vivibilità dei quartieri, la partecipazione, il benessere delle comunità, ma la precarietà abitativa, lavorativa ed esistenziale degli abitanti più fragili.