Un dialogo continuo, ora serio ora dolcemente scanzonato, tra un professore di mezza età e Nanni, il barista del paese che ne è il suo alter ego, in un paesino qualunque, uno come ve ne sono tanti (e quasi tutti uguali) con il proprio bar, la piazza, la torre e la chiesa, adagiato nella campagna della Maremma Toscana ma non così troppo lontano dal proprio capoluogo Grosseto per non risentirne degli echi e viverne gli effetti. Tante storie, più o meno importanti, di vita quotidiana alternate a racconti, ricordi, aneddoti e proverbi. Tante scenette vivaci, tipiche dei racconti "al canto del fuoco" di tradizione orale, dove ai guizzi e alle "perle" del frizzante, esilarante e a volte un po' scorbutico personaggio del barista fanno da spalla le riflessioni quiete e serene del professore. Due personaggi, quelli di Nanni e del professore, che si ammirano a vicenda anche quando battibeccano fra di loro, che si amalgamano e si cercano di continuo, quasi a volersi completare più che confrontare. Il linguaggio volutamente lasciato a metà strada fra la lingua italiana e il dialetto maremmano.