«La storia è ambientata a Voghera e Milano nel 1980. Mario Calvignani era un impiegato di Banca di 44 anni. La moglie si chiamava Luisa. Una sera di fine agosto, dopo la cena, Mario si sente poco bene. S'infila il pigiama e si corica a letto. Le sue condizioni peggiorano e ad un certo punto sviene. La moglie lo crede morto e chiama il medico. Il Dottore, che era mezzo ubriaco, lo crede morto e redige il certificato di morte. Il sig. Daprati, delle pompe funebri dice alla signora Luisa che avrebbero dovuto fare il funerale il giorno seguente, per motivi tecnici. Chiudono l'uomo nella bara e lo portano al cimitero, in un loculo. Il povero Mario, poi, si risveglia nella bara. Non vado oltre, ma c'è il lieto fine. Sconsigliato a chi soffre di claustrofobia.»