Il Piemonte è la regione più ricca di comuni con meno di mille abitanti: dopo la riforma del 1993, in questi enti non servono firme per presentare liste alle elezioni amministrative. Vari soggetti hanno sfruttato l'opportunità: alcuni partiti - soprattutto di destra - hanno cercato a lungo di radicarsi presentando candidature qua e là, a volte con poca logica; in terra piemontese, poi, personaggi in cerca di visibilità si sono specializzati nel partecipare con costanza alle elezioni nei comuni minori. A volte si è esagerato: nel 2000 a Vistrorio si contarono sette aspiranti sindaci (per 436 aventi diritto al voto) e altrettanti furono nel 2005 a Isolabella e nel 2011 a Castelletto Cervo (rispettivamente 339 e 727 elettori); nel 2007 a Sambuco le uniche due liste erano del tutto estranee al comune. Altre volte si è presentata una seconda lista "di comodo" per non doversi preoccupare di quante persone avrebbero deciso di non recarsi al seggio. Il libro di Massimo Bosso e Gabriele Maestri accompagna il lettore in un viaggio alla scoperta di uno degli angoli più interessanti della microItalia che vota, ricco di contraddizioni, controversie, soluzioni discutibili e colpi di genio.