Libertà e responsabilità sono questioni etiche che da sempre hanno coinvolto il pensiero dal punto di vista speculativo e pratico. Il saggio di Alessandra Peluso non intende ribadire ciò che è già stato detto, ma si sofferma su queste categorie per riflettere intorno al ruolo sociale secondo cui l'individuo dovrebbe riconoscersi quale parte della società, precisamente nelle declinazioni umane di "dignità", "rispetto" e "fraternità". L'autrice discute con il Meister Georg Simmel, filosofo della vita, sociologo delle relazioni, sul significato di essere liberi in una Modernität invasa dal denaro e dalla tecnica, corsie preferenziali percorse per incrementare il profitto e soddisfare le utilità. L'essere umano ha bisogno di ritrovarsi, di riconoscere l'etica, e parimenti la bioetica, per attribuirsi ciò che è nella sua natura: vita e morte, libertà e responsabilità. Educare il proprio sé alle relazioni, all'incontro, vale a dire all'esperienza di crescita per lo sviluppo dell'umano al fine di indirizzarlo verso una crescita evolutiva, anziché a una regressione causata dall'isolamento digitale. Educare alle relazioni è un traguardo possibile. Così come prendere coscienza delle conseguenze di un ethos che non corrisponde al bios, indugiare sulla persona, sulla morale, pensare a ciò che in sostanza spetta all'uomo. Questo significa assumersi la responsabilità dell'esserci, dell'evento heideggeriano, incarnando la sfida del terzo millennio.