Quest'opera raccoglie per la prima volta in Italia tutti i testi di argomento biologico scritti dal padre della genetica, a stampa e privati, tradotti da Alessandro Volpone sulla base delle edizioni critiche oggi disponibili dei rispettivi originali. L'ultima traduzione dal tedesco del celeberrimo saggio su Pisum (i piselli) risale a circa mezzo secolo fa, mentre un secondo lavoro su Hieracium (gli sparvieri, fiori di campo) giace nell'oblio dall'ormai lontano 1914. L'importante carteggio con il botanico Carl von Nägeli, addirittura, da noi non è mai stato tradotto integralmente. Mendel è uno dei più celebrati scienziati della storia, ma la sua produzione scientifica è poco conosciuta, se non nella comunità degli addetti ai lavori. La traduzione di Alessandro Volpone colma questa grave lacuna editoriale, presentando al grande pubblico un patrimonio storiografico ricco e interessante. Le pagine mendeliane offrono un modello impeccabile di lavoro sperimentale, svolto con la pazienza e la tenacia di uno studioso che, al contrario di quel che talvolta si ritiene, non si arrese di fronte al mancato riconoscimento delle sue scoperte: il programma di ricerche fu da lui abbandonato solo a causa degli accresciuti impegni istituzionali. Il saggio conclusivo di Telmo Pievani, infine, è un'importante occasione per rivedere la posizione dello scienziato moravo rispetto alla teoria di Darwin, il cui meccanismo di base fu da lui innegabilmente condiviso. I due naturalisti, tuttavia, non ebbero modo di confrontare le loro idee e di coglierne la complementarità.