C'è una grande attualità nel ripercorrere gli avvenimenti delle ACLI del Veneto nei decenni 1960/1980. Si riscopre una società civile e una presenza cristiana che facevano politica molto più di quanto se ne occupino oggi, seppure dentro i canoni di allora dove la cinghia di trasmissione al partito della DC era un vincolo considerato invalicabile. Si manifesta un protagonismo associativo in grado di canalizzare il consenso politico, un contesto in cui era pressoché impossibile che potessero attecchire forme di populismo e di sovranismo: la politica era mediata dal sociale. Si evidenzia una capillare presenza di tutte le organizzazioni laiche o religiose che seppero essere vere e proprie agenzie educative costruendo i valori della convivenza civile al di là degli opposti schieramenti. Si scorgono le caratteristiche peculiari di un mondo cattolico del lavoro veneto, che seppe affrancarsi dal giogo monolitico della DC e seppe guardare a sinistra ispirando una stagione di nuovi diritti negli ambienti di lavoro e nella società. C'è in questo libro insomma la peculiarità di lanciare uno sguardo sul passato che aiuti ad affrontare il presente.