"Ho iniziato questo racconto con una descrizione quasi alfabetica delle opere ancora visibili, seppure cancellate della firma autentica, ascrivibili ad un passato di cui si può liberamente dire solo male e su cui il giudizio della storia, considerato definitivo e non più appellabile, si vorrebbe che fosse stato dato a Piazzale Loreto. A questo giudizio sbrigativo e disumano avrei voluto rispondere con una pacata elencazione di fatti concreti senza farmi travolgere da sentimenti e risentimenti che non possono consentire serenità di giudizio. Non sono riuscito nel mio intento di fare un'opera imparziale per cui, ripetutamente, mi sono scusato con l'eventuale lettore che invito tuttavia a guardare ai fatti, e ne racconto tanti, e di analizzarli alla luce del buon senso e fare il doveroso confronto con il presente che non può nascondere la propria attuale miseria, che è agli occhi di tutti. Questo almeno mi dovrebbe essere consentito."