Le storie raccolte in queste pagine, in una sinfonia di lame di luce, ombre, anarchia, contagio, libido e dannazione, sporcheranno le dita del lettore di polvere infernale rilasciando quel lezzo inclassificabile (di plasma?). Non una semplice antologia di racconti sul vampirismo, bensì un libro nato anni fa, tra i venti freddi del Nord-est italico - tra i canali di Venezia, la cerulea borghesia trevigiana e le rive clericali della Capitale, fino a corrompere la Romagna e l'umido Settentrione - da un manipolo di scrittori senza età e senza pudore letterario. Il libro è morto e poi risorto, e ancora scacciato nell'oblio più e più volte finché, trovato il giusto araldo, ha visto la sua "luce". "La Sete" è la traduzione italiana di trecento anni di mito. Dal remoto bianco e nero della classica figura di Nosferatu alle sublimi distese desolate di David Lynch, con protagonisti psichedelici e neoclassici affreschi splatterpunk.