Fu nella seconda metà del Settecento che la nascita del Neoclassicismo teorico portò alla riscoperta dello studio dell'Antico e dei monumenti classici. Winckelmann pubblicò nel 1767 i "Monumenti antichi inediti" in cui vennero inserite per la prima volta le incisioni che raffiguravano opere classiche delle Collezioni romane. L'intento era chiaro: illustrare l'Antico. La volontà di divulgare attraverso l'espressione grafica il "monumento" e il "manufatto artistico" quale esempio da conoscere ed emulare, costituisce la prima fase di valorizzazione dell'Antico del XVIII secolo. L'esposizione al M.A.X s'inserisce nel filone della "grafica storica". Il catalogo, ricco di immagini e testi critici, ha l'obiettivo di presentare la produzione incisoria dell'Antico nel Settecento e nell'Ottocento ripercorrendo il fenomeno storico della reinterpretazione e della fortuna critica del classico. Nel catalogo presenti i seguenti saggi: "Un mondo in divenire: la reinterpretazione del classico" di Massimo Lolli; "L'influenza di Winckelmann nella disciplina artistica in epoca illuminista" di Susanne Bieri; "Giovanni Battista Piranesi "immaginatore" del classico. La pianta di Villa Adriana a Tivoli" di Angela Windholz; "Antiquariato, scienza dell'antico e riuso immaginativo: Piranesi e le scoperte di Ercolano e Paestum" di Pier Luigi Panza; "Giovanni Battista Piranesi: le lapidi reinterpretate" di Mauro Reali; "I candelabri con trampolieri, pastiches di marmo "all'antica". La libertà inventiva di Giovanni Battista e Francesco Piranesi" di Raffaella Bosso; "Dal segno grafico, quale medium della conoscenza dell'antico, alla reinterpretazione romantica" di Nicoletta Ossanna Cavadini.