Ecco a voi Luca. Un Holden Caulfield dei quartieri bassi. Scabro, duro, spogliato degli orpelli da scuola privata. La sua vita si trascina a Villaggio Mulino, luogo immaginario e simbolo di tutte le periferie urbane del Nord Italia. Osserva persone, riti e gesti dell'unico mondo che conosce, come se tutta la violenza e tutto l'amore, il disincanto e la speranza, gli sforzi di redenzione e la condanna acquistassero senso solo se fissati nel racconto, nella capacità di frugare tra strade, palazzi e vite consumate attorno a lui, ricreando e nutrendo il prezioso talento di chi sa disinfettare ogni ferita senza cancellarla. La mia stupida e inutile vita a Villaggio Mulino non è soltanto un romanzo di formazione. È conoscenza ed esperienza: di uno spazio dove il primo bacio, lo spaccio, l'acquisto di una pistola, la fede di una madre, ogni cosa è urgente e niente importante...