La prosa di "La mia amica Nicole" è un vivido esempio di come la scrittura contemporanea riesca a catturare i dialoghi autentici e le complesse dinamiche delle relazioni interpersonali. La voce narrante trasmette, con un linguaggio colloquiale e diretto, la frustrazione e la confusione tipiche adolescenziali, permettendo al lettore di immergersi completamente nell'emotività del momento. Nonostante l'apparente leggerezza del tono, alla base di questo scambio si cela un profondo malessere esistenziale che emerge lentamente, quasi come un sottofondo malinconico. Le risposte agli interrogativi costanti delle due giovani, Mia e Nicole, riflettono nella prima il disagio dell'assenza e, nell'altra, l'impossibilità di accettare la realtà, simboleggiata dall'immagine di Nicole Kidman, una figura irraggiungibile che incarna un sogno impossibile. La struttura del dialogo è un ulteriore punto di forza: i momenti di silenzio e di riflessione delle due adolescenti, interrotti da pensieri confusi e reazioni impulsive, delineano un quadro complesso della loro psiche. L'abilità di Elisa Tosi nel far emergere le emozioni attraverso un linguaggio diretto e immediatamente riconoscibile è ciò che rende questo testo particolarmente incisivo. È una lettura che invita a riflettere sull'aspetto affascinante del linguaggio giovanile, il quale, mediante le espressioni gergali, non solo riflette i tempi e le esperienze dei giovani, ma anche la loro attitudine a contestare, giocare e reinventare il linguaggio stesso.