Tra gli anni sessanta e gli anni venti del secolo in corso, la classe operaia italiana si è via via accomodata sui divani fabbricati da Natalino Manucci. È lui l'uomo nuovo, è lui il boss dei divani. È partito dal basso, dalla modesta bottega di un tappezziere pugliese e adesso è uno degli imprenditori più ricchi al mondo nel settore arredamento. Ad aiutarlo nel suo sogno americano Made in Puglia sono intervenuti il miracolo economico e i numi tutelari del Capitale: i prototipisti del settore e un coro di amministratori delegati di holding sparse in tutto il globo. L'invidia se li mangia sani sani a Nuccio e Michele, due giovani operai che negli anni ottanta decidono di diventare come lui. I loro strumenti? Obbedienza prona alle leggi del Capo, sfruttamento di manodopera cinese e un'inesauribile voglia di sesso. Con uno stile unico, comico e provocatorio, che impasta dialetto pugliese, gergo aziendale e linguaggio dei social, Francesco Dezio torna alla letteratura postindustriale con la prima rappresentazione tragica del lavoro.