«La prova del fuoco» è il sottotitolo della Käthchen von Heilbronn, il dramma in versi che Kleist compose verso la fine della propria breve vita, e che rappresenta uno dei vertici della sua scrittura e, più in generale, della letteratura tedesca del Diciannovesimo secolo. Il dramma narra dell'amore della giovane Katharine, figlia dell'armaiolo di Heilbronn, per il conte Wetter vom Strahl, il quale le è apparso in sogno come futuro sposo, e che, da quel momento, lei ostinatamente insegue tra il mondo onirico e il mondo diurno. Una «prova del fuoco», effettivamente, Kleist ha posto ai suoi lettori, interpreti e traduttori, tanto la Käthchen si rivela ricca di suggestioni e delle più straordinarie evocazioni, risalenti fino all'epica germanica, che richiamano implicitamente questioni metafisiche, teologiche, estetiche e politiche. Goethe vi rinvenì «un singolare miscuglio di cose insensate e sensate», giudizio confermato da Benedetto Croce; Robert Walser vi ha visto la nascita del mito dostoevskijano del sottosuolo. In tale prova si è cimentato Clio Pizzingrilli, uno degli interpreti in maggiore sintonia con lo spirito e con il mondo di Kleist, che ha compiuto, qui, un'operazione finora inedita: riattivare Kleist con Kleist. Pizzingrilli ha inteso condurre il lettore nella selva del testo, senza mitigarne le asperità e le durezze, ma mettendone finalmente in evidenza tutti i richiami nascosti e le segrete questioni metafisiche, in modo da far risplendere tra le sue pieghe la consistenza più propria e originaria della lingua e del pensiero di Kleist.