Entrare nella scrittura di Ivan Fedeli è immergersi in un articolato lavoro di narrazione del quotidiano. Una poesia fatta di immagini, persone e luoghi riconoscibili e comuni: se la base della scrittura di Fedeli è la Lombardia, l'intorno del Lambro, la vita nei quartieri della grande città, è altrettanto vero che il lettore può traslare quel pensiero, quella situazione poetica, in qualsiasi luogo, ambiente e situazione sia per lui familiare. Fedeli descrive e riscrive, attraverso le lenti del proprio sentire, il mondo come uno scrigno che custodisce una bellezza della quale forse non siamo partecipi, ovvero la vita comune delle persone comuni in un mondo che grida "siamo fuori tempo massimo". Lo fa senza retorica. In ogni singola poesia Fedeli crea un quadro perfetto, equilibrato e formalmente ineccepibile, nel quale l'osservatore, il soggetto e l'oggetto dell'azione si mescolano e comunicano tra loro quasi a voler essere un unico caleidoscopio della situazione. Cristina Daglio