La geografia italiana contemporanea si è definita - per concetti, metodi e campi di ricerca - soprattutto a Firenze tra Otto e Novecento, con la fondazione della Società Geografica Italiana (1867) e dell'Istituto Geografico Militare (1865-72), l'insegnamento nell'Istituto di Studi Superiori (1878), l'attività didattica e di ricerca di Giovanni Marinelli (1890-1900) che vi fondò i sodalizi scientifici "Rivista Geografica Italiana" e Società di Studi Geografici che, per lungo tempo, fecero della città il centro italiano più importante in produzione di sapere geografico, grazie agli studiosi Olinto Marinelli, Gustavo Uzielli, Attilio Mori, Renato Biasutti e Giotto Dainelli. La prima parte dell'opera indaga i precedenti dell'età lorenese, quando - anche per iniziativa dei granduchi Pietro Leopoldo e Leopoldo II - Firenze espresse numerosi scienziati (da Leonardo Ximenes e Pietro Ferroni a Emanuele Repetti e Attilio Zuccagni Orlandini) che costruirono un sapere geografico e territorialistico innovativo, applicabile alle politiche di modernizzazione delle organizzazioni del territorio.