"«Vedo i negozi che non ci sono più». Se questo catalogo fosse un film, potrebbe essere una versione mercantile del 'Sesto senso', il thriller del 1999, con il bambino che soffre di allucinazioni e vede «la gente morta». Ma questo remake sarebbe più nostalgico che inquietante, com'è naturale nella città di Fellini, dove la nostalgia è diventata una specialità tipica da assaporare, meglio se in compagnia, come la piada con lo squacquerone e la rustida di pesce. Anche perché i negozi, a differenza delle persone, non muoiono mai del tutto. Almeno, non qui a Rimini. Per un processo simile e opposto alla metempsicosi, non è la loro anima a trasmigrare in un nuovo corpo, ma è il loro corpo - fatto di mura, di retrobottega, di licenze e destinazioni d'uso - a venire abitato da una nuova anima, un nuovo esercizio commerciale più adeguato ai tempi, alle richieste del mercato, ai mutamenti della clientela." (Lia Celi). Prefazioni di Andrea Gnassi, Arturo Pane e Fabrizio Moretti.