L'opera di Manuel Rico è un disegno narrativo classico che non rinuncia a un elemento fondamentale di tutti i romanzi: l'intrigo, l'enigma e il mistero. Gonzalo Porta, un celebre pittore, alla soglia dei cinquant'anni, subisce una grave crisi creativa che lo porta a lasciare temporaneamente Madrid e a stabilirsi a Cerbal, un villaggio quasi abbandonato sulle montagne a nord della capitale e, forse per questo, anche situato al confine del tempo, poiché la vita lì nel 1986 - il presente della storia - può essere anche la vita del 1958, la primavera può essere novembre, la realtà può dissolversi in fantasticheria o in incubo e la luce può diventare ombra. Porta intraprende successivi viaggi nel profondo di sé, attraverso i quali recupererà la memoria delle proprie radici. Un viaggio interiore e una splendida metafora della creazione, che ha qualcosa della discesa agli inferi dell'artista nello smarrimento che vive e da cui tornerà per svelare «la verità delle cose».