A distanza di poco più di cinquant'anni dal lavoro di M. W. Stoop, Floral figurines from South Italy, l'autrice, pur traendo spunto dal riesame dei materiali del santuario di Hera sul Sele, estende la sua indagine all'intero ambito mediterraneo e fornisce un'esaustiva disamina della storia dei rinvenimenti e degli studi su tale particolare tipologia di figurine fittili, note in letteratura come "donna-fiore", che parte dalle prime notizie ottocentesche edite, in cui ai manufatti vengono attribuite le più fantasiose definizioni, per giungere a tempi recentissimi. Accanto all'analisi filologica dei materiali coroplastici, alla ricomposizione dei contesti, alla lettura delle evidenze nel Mediterraneo, il lavoro offre una peculiare filiera di intervento, supportata dalle tecnologie informatiche in tutte le fasi, dall'acquisizione dell'informazione, alla sua analisi, condivisione e diffusione, proponendo, così, un modello di indagine archeologica che può utilmente essere esportato e replicato in altri ambiti di materiali e di contesti. È, dunque, l'informatica archeologica l'alveo disciplinare in cui questo lavoro trova una sua piena collocazione e la sua genesi metodologica.